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L’odore dei cartoni assemblati in un angolo, lo scintillio dei bicchieri disposti in fila accesi dai raggi del sole al mattino, il silenzio della sala che si interrompeva dallo scroscio delle pellicole che avvolgevano gli arredi, dai passi veloci dalle mani instancabili che prendevano e lasciavano.

Le teste basse difronte al lavoro che doveva procedere, la disposizione calcolata degli spazi come le note su di un pentagramma, tutto doveva essere accordato come gli strumenti in una grande orchestra.

Il respiro fungeva da metronomo, tutti insieme noi e loro: tutti i produttori nelle nostre teste ad immaginarli a conversare di vino.

Il brusio che si sostituiva al silenzio, il vuoto della sala allestita che si riempiva, era tutto pronto.ad accoglierli.

Vederli entrare, uno dopo l’altro, mi riempiva il cuore: tanta fatica spesa bene.

il nostro evento è nato come la spinta che subisce il bimbo curioso quando scorge la magnifica farfalla, lui la osserva, muove i suoi passi con calma, lei di colpo si libra nell’aria e il bimbo la insegue col naso all’insù,non le stacca gli occhi di dosso e la segue ignaro, frenetico, appassionato, fa con le mani come per afferrarla e corre si spinge sempre più avanti, per lui vale tutto anche il peggior rischio per raggiungerla.

Noi non abbiamo catturato ma condiviso la bellezza della farfalla perché vedervi tutti insieme in un contesto di compartecipazione, di fruizione vi ha reso ai nostri occhi le farfalle splendide che immaginavamo e noi i bambini strabiliati a cui è stata data la possibilità di metterle nei palmi delle nostre mani.

In ognuno di loro c’era un’anima profondamente appassionata, legata a filo doppio alla terra e a quel frutto che mosse tanti a parlare di lui.

Idee, progetti, sguardi, calici in movimento.

La bellezza del vino e dei vigneron, il calore così profondo di quelle persone che mentre mescevano ti guardavano negli incuriositi di coglierne la reazione.

Vorrei descrivere di loro ogni piccolo dettaglio come il pittore traccia ogni particolare sul suo dipinto, vorrei inserire con il pennello il tratto di luce che distingue, con netto contrasto, l’ombra , ma non sarei realista perché toglierei invece che mettere.

Sembra assurdo ma ognuno di noi percepisce sensazioni, odori colori con un suo personale paradigma che non è giusto o sbagliato è semplicemente umano. È per questa fondamentale “cagione” che non si può mai ignorare l’opportunità di scoprire, di vedere di informarsi.

Posso dire, dunque, con fierezza di aver lavorato due giorni a fianco di persone vigorose piene di volitività che mi hanno insegnato tanto a loro insaputa.

Ho respirato l’odore del vino, delle loro terre, un vortice di eleganze, carattere, dicotomie sensoriali  sorprendenti, longevità di infanti che saltellavano nel bicchiere, altri che piccolissimi erano già grandi eppure appena usciti alla chetichella da una botte.

Territori profondi di antiche maestranze entravano in scena: MARCHE e CAMPANIA .

Rinnovo il mio profondo e sentito grazie a nome di tutto IOVINO poiché ci avete dato modo, con il vostro profondo amore per quello che fate, di realizzare quel sogno intriso di passione, da chi con la passione accorda i tempi, quei tempi imprevedibili sin dalla nascita del proprio vino.

 

Arrivederci alla prossima edizione di IO VINO

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